Lo studio psicologico sulla persona, in relazione alla sua provenienza familiare, viene definito col termine di psicogenealogia. L’analisi dell’albero genealogico di ogni individuo mette in evidenza una particolare modalità di strutturazione le cui caratteristiche si sono evolute nell’arco di intere generazioni. Secondo questi studi dal momento in cui un individuo viene al mondo, eredita una determinata impronta psicologica che finisce per diventare una vera e propria trappola inconscia. Già nel ventre della madre, il bambino entra in contatto con le nevrosi familiari, sociali e culturali di cui non è responsabile. Tutti i tipi di desideri, ideologie, passioni e progetti vengono inconsciamente proiettati sul bambino stesso con il risultato di programmare la sua vita. Questo programma avrà come scopo la realizzazione delle proiezioni non solo dei genitori ma anche di quei familiari che a loro volta fecero altrettanto coi genitori stessi. Il bambino dal canto suo, cercherà di appartenere alla famiglia poiché per lui appartenere è sicurezza: cercherà di corrispondere alle richieste della famiglia siano esse verbali o non verbali, obbligato a ripetere degli schemi suo malgrado, con una sorta di “autoimposizione”.
Ho iniziato ad appassionarmi allo studio dell’albero genealogico nel 2003, quando a Milano ho conosciuto Alejandro Jodorowsky. Egli afferma l’esistenza di un progetto parentale : i genitori hanno un progetto su di noi al quale si cerca di obbedire metaforicamente. E’ assolutamente reale per l’inconscio e comincia già nella primissima infanzia. Il cervello possiede differenti realtà e una realtà immaginaria, per il cervello, è assolutamente reale quanto quella oggettiva. Se una donna nasce quando in realtà desideravano nascesse un maschio, finisce in genere a comportarsi da uomo, allo stesso tempo è molto probabile si crei un corpo metaforico da maschio. Ogni frase che ci viene detta, ogni dettaglio manifestato in maniera non verbale da parte dei genitori, costituisce l’essenza del progetto parentale. Se ci identificano con una nonna, uno zio o con la pecora nera della famiglia, implica che ci si comporti comunque come tali sebbene la nostra realtà sia completamente differente.
Sempre Jodorowsky afferma che tutte le parole e attitudini che i genitori hanno riversato su di noi, sono assorbite dall’inconscio come delle verità alle quali obbedisce. Per un bambino i propri genitori sono il referente massimo e tutto ciò che essi faranno o diranno influirà direttamente su di lui. Egli si identifica e costruisce la sua identità e coscienza attraverso ciò che apprende dai suoi genitori. Un bambino impara a essere se stesso attraverso l’imitazione, prima imita e poi obbedisce. Un bimbo assorbe dettagli come il nome, le abitudini e i pesi che fanno parte dell’albero. Questo costituisce una forma di aggressione inconscia dei genitori che finisce con il tradursi metaforicamente nel cervello creando un’architettura emozionale, sessuale, corporale e intellettuale e ponendo le basi della cultura psico-affettiva del bambino. Sempre secondo Alejandro Jodorowsky, rompere il gioco di ripetizioni familiari per riconquistare la nostra libertà individuale, comincia con il conoscere i fatti della nostra storia, le circostanze e i vincoli creatisi con i nostri antenati. Non si tratta di tagliare le radici del nostro albero, bensì comprenderle meglio e disfare i nodi nevrotici che si sono creati. Poter scoprire la dinamica del funzionamento del nostro albero, rende possibile sciogliere le ragioni dei nostri blocchi, resistenze, paure, frustrazione, insoddisfazioni fallimenti e malattie. Il nostro albero genealogico ci fornisce tutto ciò di cui abbiamo bisogno per iniziare il nostro processo di liberazione personale; disfacendoci dei nostri conflitti, raggiungendo e sviluppando ciò che è naturale in noi e che purtroppo manteniamo oscuro e represso.
Per iniziare ad abbozzare le basi del nostro albero genealogico, bisogna investigare per scoprire i fatti che segnarono le vite dei nostri antenati. Con queste informazioni si cercano i modelli di ripetizione per poter stabilire quale tipo di relazione ebbero, tra di loro, i familiari. In questo modo é facile dedurre conflitti e blocchi che possano arrivare come eredità nel presente.
Una volta analizzato un albero genealogico e compresa la sua struttura, si giunge all’albero organico: cioè le conseguenze che l’albero genealogico lascia nella nostra personalità e nel nostro corpo, che si manifestano attraverso i gesti, le espressioni, le posture, le attitudini, la respirazione.
Oltre ad una funzione descrittiva l’albero genealogico sembra quindi poter assolvere ad una funzione evolutiva in quanto consentirebbe al soggetto di prendere consapevolezza delle proprie origini e dei percorsi, attraversati nell’arco della vita, da lui e dalla famiglia ed individuarne gli elementi di ciclicità. E’ proprio questa ciclicità che mettere in luce i conflitti non risolti all’interno delle diverse generazioni: l’albero genealogico torna a riproporre le stesse tematiche, alla ricerca di una liberazione che permetta una evoluzione del suo inconscio, in una sorta di catarsi transgenealogica.